Traduzione e riadattamento di “Breaking down the Stockholm (like) syndrome” Preprint • February 2019, Domina Petric, MD, a cura di Bruno Carmine Gargiullo e Rosaria Damiani

Questa sindrome è una condizione che causa lo sviluppo di una “alleanza e di solidarietà psicologica” (dipendenza affettiva) tra la vittima e i suoi aguzzini. Questa “alleanza” è una strategia di sopravvivenza, messa in atto da una vittima, per sottrarsi ad una condizione di grave pericolo per la propria incolumità (riduzione del danno).

Quattro sono gli elementi chiave che ben caratterizzano detta sindrome:

☑️sviluppo di sentimenti positivi da parte di una vittima nei riguardi dei propri aguzzini che può spingersi sino all’amore o alla totale sottomissione;

☑️ nessun precedente rapporto tra gli attori di questo dramma;

☑️non disponibilità, da parte dell’ostaggio, dopo il suo rilascio, a cooperare con le forze dell’ordine e con gli organi inquirenti;

☑️convinzioni irrazionali della vittima riguardanti l’umanità del proprio carceriere.

Per tali ragioni, durante il lungo periodo di segregazione, una vittima tende a sviluppare un sistema di valori simili ai suoi aggressori.

La sindrome di Stoccolma si sviluppa in vittime di qualsiasi tipo di abuso: emozionale, psicologico, fisico, sessuale, gaslighitng.

Dalla banca dati del FBI risulta che circa l’8% degli ostaggi ha manifestato sintomi della sindrome di Stoccolma.

Nella fase acuta, quando la vittima è più vulnerabile, questa “alleanza” affettiva ed emotiva con l’aggressore svolge un’azione protettiva, ma quando questo processo identificativo si protrae nel tempo, la vittima è incline ad assumere elementi identificativi dell’altro (es., abbigliamento, stile di vita, credo religioso, etc.).

Quindi, il vestire i “panni dell’altro” ed il provare sentimenti positivi verso quest’ultimo, sono il prodotto di un’alterata percezione della realtà (illusione) e di un processo di idealizzazione che, nel tempo possono sfociare in comportamenti e idee simil-psicotici (perdita della realtà).

Un possibile aiuto da dare a questa tipologia di vittima dovrebbe consistere nel recupero di una sua precedente identità, nel rivisitare l’accaduto in chiave realistica e nel favorire “il recupero di una sana rabbia” nei confronti di chi l’ha privata della libertà.

Riferimenti bibliografici

1. Jameson C. The Short Step From Love to Hypnosis: A Reconsideration of the Stockholm Syndrome. Journal for Cultural Research. 2010;14.4:337–355

2. Sundaram CS. Stockholm Syndrome. Salem Press Encyclopedia – via Research Starters. 2013

3. Fuselier GD. Placing the Stockholm Syndrome in Perspective. FBI Law Enforcement Bulletin. 1999;68:22 4. Adorjan M, Christensen T, Kelly B, Pawluch D. Stockholm Syndrome As Vernacular Resource. The Sociological Quarterly. 2012;53(3):454–74

5. Sarkis SA. 11 Warning Signs of Gaslighting (January 22, 2017). Retrieved from https://www.psychologytoday.com/us/blog /here-there-and-everywhere/201701/11- warning-signs-gaslighting

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