Bruno C. Gargiullo e Rosaria Damiani

Tratto da “Il Crimine sessuale, tra disfunzioni e perversioni”, FrancoAngeli Editore, 2008

Il child molester è un individuo adulto che “intrattiene” un qualsiasi tipo di attività sessuale con un minore di ambo i sessi, indipendentemente dalla tipologia di abuso (singolo o ripetuto, violento o non violento). Inoltre, per quanto riguarda le vittime, non viene fatta alcuna distinzione tra prepuberi e non, tra conoscenti e non, tra legati e non all’abusatore. Comunque, è bene precisare che non tutti i molestatori sono pedofili poiché alcuni di essi possono avere rapporti sessuali sia con adulti che con minori e che il comportamento dei “molestatori non pedofili” è “motivato” da curiosità, disponibilità (facilità al contatto) o dall’impulso a far del male ad un bambino. Le fantasie di questi individui non sono incentrate sui minori.

Negli anni si sono avute importanti suddivisioni in tipologie dei child molesters  (Groth A.N. et al., 1977; Groth A.N., 1980; Groth A.N. et al., 1982; Dietz P.E., 1983; Knight R.A. e Robert A.P., 1990; Lanning K.V., 1992; Lanning K.V. e Burgess A.W., 1995) a seconda dei pattern comportamentali messi in atto da questi soggetti. Il modello più comune di classificazione delle principali tipologie di pedofili lo si deve a Groth, Burgess e Holmstrom (1977) che distingue il pedofilo situazionale, che adesca in condizione di stress solo alcuni gruppi di bambini maggiormente vulnerabili (es., disabili), da quello preferenziale, che molesta solo minori all’interno di una determinata fascia di età e che non prova alcun “disagio” per la sua stessa condotta. All’interno del situazionale si possono raggruppare tre subtipologie (il pedofilo regredito, l’indiscriminato e l’immaturo).L’immaturo, definito da Groth (1978) “fissato” (“pedofilo ingenuo e senza malizia”), è un soggetto isolato, single e considerato da quanti lo conoscono inadeguato, infantile nei comportamenti e nello stile di vita. Il termine fissato (“fixated”), di chiara derivazione psicoanalitica, fa riferimento a quei soggetti “intrappolati” (mancato superamento) in una fase precoce dello sviluppo psicosessuale:

temporaneo o permanente arresto della maturazione psicosociale come risultato di problemi formativi irrisolti durante lo sviluppo che persistono e costituiscono il fondamento dell’organizzazione delle successive fasi di sviluppo” (Groth A.N., 1978, pag.6).

Questo tipo di molestatore è “sessualmente dipendente” dai bambini. Negli ultimi anni, lo stesso Groth ha definito i termini, “immaturo” o “fissato”, obsoleti per descrivere tale tipologia. Il preferenziale, invece, comprende il seduttivo (definito anche “sex pressure” o “sfruttatore”) ed il sadico (definito “sex force” e, talvolta, “misantropo”). Questa classificazione tipologica, così semplificata, è stata accettata e condivisa sia dall’attuale pratica legislativa (Finkelhor et al., 2000) che dall’investigazione cyberpornografica infantile (Jenkins, 2001; Taylor M. e Quayle E., 2003).   

A Lanning (1992), comunque, va il merito di aver pubblicato un ottimo lavoro sulla “natura” dei child molester (“individui unici con comportamenti criminali altamente specifici e osservabili”), riproponendone una suddivisione in due grandi gruppi (situazionali e preferenziali) a loro volta ripartiti in sottocategorie.

  • Situazionali

Il child molester situazionale non manifesta una vera e propria preferenza per i minori, poiché la scelta può dipendere da varie e complesse ragioni. Il suo comportamento può oscillare dall’emozione di “una volta nella vita” sino a riproporre nel tempo il comportamento illecito. In quest’ultimo caso il situazionale poco si differenzia dal preferenziale. Inoltre, le vittime di questo tipo di molestatore possono essere sia minori (ridotti nel numero) che soggetti con vulnerabilità fisiche e mentali (anziani, disabili, malati di mente).

È da precisare, secondo il parere non documentabile di Lanning, che il numero dei situazionali, in continua crescita, è molto più alto dei preferenziali e che essi appartengono al ceto medio-basso.

All’interno di questa tipologia si collocano:

  • il “regredito”, che presenta una bassa autostima e una scarsa capacità di adattamento sociale e interpersonale (“coping skill”), sceglie un bambino come “sostituto sessuale” di un partner adulto. Il suo comportamento può essere “precipitato” da un evento stressante. Tra le vittime preferite dal regredito può rientrare il proprio figlio e, tra i comportamenti messi in atto, la coercizione è il suo “modus operandi”. Non rientra necessariamente nelle sue abitudini il collezionismo pornografico sia di bambini che di adulti e, in caso contrario, detiene video e/o foto di bambini da lui molestati;
  • il “moralmente indiscriminato” abusa degli altri senza fare alcuna distinzione tra bambini e adulti. Infatti, questo individuo senza scrupoli usa ed abusa degli altri (moglie, amici e colleghi) utilizzando la menzogna, l’inganno o la frode. Egli molesta i bambini poiché non trova una valida ragione per non farlo e, soprattutto, perché i minori sono vulnerabili, accessibili e facilmente abbordabili. Il “modus operandi” del moralmente indiscriminato oscilla dall’uso della forza alla suggestione e alla manipolazione. I rapporti incestuosi paterni o materni possono rientrare in questo “modello comportamentale”.

Infine, questo tipo di molestatore frequentemente colleziona riviste, video e/o foto pornografiche di natura sadomasochistica e, talvolta, foto pedopornografiche ritraenti immagini di bambini in fase puberale. I suoi comportamenti criminali sono conseguenza di una personalità impulsiva e non necessariamente di una sessualità deviante;

  • il “sessualmente indiscriminato”, che non tollera la noia e la monotonia, è un individuo alla continua ricerca di eccitazione e di piacere e per questo motivo non disdegna nessuna forma di attività sessuale (“sperimentatore sessuale”). Presenta, infatti, delle chiare e ben definite fantasie parafiliche (es., bondage e sadomasochismo) e può molestare i minori, compresi i propri figli, più per la novità che per una sua reale preferenza. Inoltre, la maggior parte delle sue attività sessuali con adulti può non essere di natura criminale, mentre può “fornire” un suo bambino ad altri adulti come “parte di un gruppo sessuale”, per “lo scambio di coppia” o come “parte di rituali bizzarri”.

Tra i molestatori situazionali, il sessualmente indiscriminato è colui che aggredisce un maggior numero di vittime, proviene da un background socioeconomico elevato e colleziona materiale erotico e pornografico. Da precisare che il materiale pornografico infantile rappresenta una minima parte della sua vasta e varia collezione.

  • Preferenziali

A questa categoria appartengono soggetti che hanno una chiara preferenza per i minori con i quali hanno rapporti sessuali non per una condizione di stress situazionale o per una loro insicurezza, ma perché sono attratti specificatamente da questi soggetti. Infatti, le loro fantasie sessuali e l’immaginario erotico ruotano intorno ad essi. Possono, inoltre, presentare un ampio ventaglio di caratteristiche, sebbene i loro comportamenti sessuali siano altamente prevedibili, e potenzialmente possono molestare un numero elevato di vittime che, di solito, vengono scelti per età e sesso (soprattutto maschi). Infine, i preferenziali, rispetto ai molestatori situazionali, provengono da categorie socioeconomiche più elevate.

All’interno di questa categoria appartengono:

  • il “seduttivo”, corteggia e seduce le giovani vittime con attenzione, affetto e doni in modo graduale per superare le loro eventuali “inibizioni” sessuali. Infatti, le vittime accondiscendono alle sue richieste sessuali proprio in conseguenza delle attenzioni, dell’affetto e di altri benefici che ricevono dal molestatore. Inoltre, il seduttivo viene definito “child sex ring” per la simultaneità  e per l’alto numero delle giovani vittime (es., bambini appartenenti allo stesso gruppo scolastico, di scout o dello stesso quartiere). La caratteristica che lo contraddistingue dagli altri molestatori è la sua abilità nel saper “identificare” le sue eventuali prede  (bambini vittime di negligenze fisiche ed affettive da parte del contesto familiare) e nel saper parlare ed ascoltare sfruttando la sua autorità ed il suo status come parte del processo seduttivo. In breve, il suo principale obiettivo è di ottenere la complicità del bambino;
  • l’introverso” è un soggetto che, a causa delle sue scarse abilità sociali, adesca bambini piccoli e sconosciuti, mediante minime forme di comunicazione verbale. Egli rappresenta, pertanto, l’antico stereotipo del “child molester”, individuo “sinistro” che staziona all’uscita delle scuole o si aggira nei parchi pubblici, osservando le piccole vittime da adescare, molestandoli con atti di esibizionismo o con telefonate oscene. Inoltre, l’introverso può utilizzare i canali di un “child prostitute” o spingersi a sposare una donna per poter abusare del figlio di costei. In conclusione, questo tipo di molestatore è molto simile all’introverso situazionale con la differenza che l’individuo che si sta descrivendo ha una ben “definita” preferenza sessuale per i minori che seleziona come vittime;    
  • il “sadico” è un individuo che accompagna la scelta sessuale con il piacere di infliggere sofferenza sia fisica che psichica alla vittima. La pericolosità del pedosadico è rappresentata dal suo “modus operandi”:  tende trappole e utilizza la forza al fine di rapire la giovane vittima sino a spingersi, quale conseguenza estrema, alla sua uccisione. Sono stati registrati diversi casi di molestatori seduttivi il cui comportamento è sfociato in un atteggiamento decisamente sadico.

La classificazione summenzionata, che raggruppa gli “offender” in due grandi tipologie (situazionali e preferenziali) e sette subcategorie di “pattern comportamentali”, non va “letta” rigidamente in quanto i comportamenti in essa rappresentati non escludono la possibile presenza di altri tipi di disordini (es., disfunzioni psicosessuali, disturbi di personalità, psicosi, altre tipologie di comportamento criminale).